Ormai la
meta è vicina. Santiago è lì mancano un centinaio di Kilometri dopo tanti
Kilometri. Ancora camminiamo sparpagliati. Con Paola dopo Portomarin ci siamo
divise. Mi pare di ricordare che ancora la pioggia ci accompagna a tratti.
Seduto su
una sieda sul limitare di un punto di ristoro trovo Pinuccio il generale. Gli
chiedo di Marilisa e lui mi dice che è indietro e poi soggiunge: “lei lo fa
apposta a rimanere indietro per farmi credere che sono io il più forte” carino
no!
Invece
Marilisa è rimasta indietro perché, ci racconterà poi, ha trovato l’uomo della
sua vita. Sembra pazza di lui. È bello! Un colpo di fulmine. Si sono dati appuntamento a Palas de Rei.
Arrivata
a Palas de Rei vado a raccattare la mia mochila. l’ho spedita all’albergue
privato Buen Camino. Paola mi fa sapere che loro sono al
El estilo románico entró por el camino de Santiago, dejando su huella en la arquitectura religiosa, destacando la iglesia de Vilar de Donas, uno de los referentes principales del románico galego, declarada en 1931 monumento histórico-artístico. Sus pinturas murales forman uno de los conjuntos más destacados y mejor conservados de Galicia.
Por aquí pasaba la vía “Lucus Augusti”, y ya en el siglo VI se constata su pertenencia al condado de “Ulliensis”, siendo la Edad Media un período de prosperidad para la villa, en buena parte gracias al Camino de Santiago. El “Códice Calixtino” citaba Palas como parada obligada de los peregrinos para afrontar los últimos tramos de la ruta jacobea.
El ayuntamiento de Palas de Rey cuenta con un amplio patrimonio artístico que refleja el pasado señorial de estas tierras, pues conserva restos de fortalezas, torres, castillos, así como varios pazos y casas blasonadas. Entre las construcciones más relevantes pueden citarse: la antigua casa-torre de Filgueira; la casa-torre de Fontecuberta
L’uomo
sotto di me in realtà è veramente un bel tipo. Capelli bianchi lunghi sul
collo, viso abbronzato, occhi azzurri, figura slanciata e muscolosa. Non c’è di
che, niente male. Rimaniamo in camera noi due a sistemare le cose e a
sistemarci. L’uomo è tedesco e sembra gentile. Mi offre anche la sua spalla per
scendere dall’alto. Evidentemente prima non aveva inteso quello che aveva detto
l’hospitalero. Ma a me non importa. Non mi sono messa nel camino pensando di fare
la lady. Intanto arriva Paola che qui c’è internet. Dovrebbe stampare i biglietti
dell’aereo. Giorni fa ho saputo da lei che aveva prenotato il volo per il
ritorno. Io per la verità accarezzavo un sogno. Quello di fare una puntatina a
Parigi che non ci sono mai stata, ma avendo ritrovato lei ho pensato che
sarebbe stato bello ritornare insieme e così abbiamo fatto.
Arriva l’ora della cena, raggiungo tutti,
Paola, Cirino, Marilisa e Pinuccio al loro albergue. Ci avviamo in cerca di un
ristorante. Io prendo Marilisa sotto
braccio e le chiedo di descrivermi il suo fidanzato, come già lo identiifica
lei. Mi dice che ha i capelli bianchi lunghi sul collo, io le chiedo se indossa
una canotta bianca e pantaloni beige. Lei mi conferma. Allora le dico: “se vuoi
fare cambio lui è nel letto sotto di
me”. Marilisa rimane stupita dalla mia perspicacia, comunque progettiamo di
ritornare all’albergue per dare l’opportunità a lei di contattarlo. Lui è sotto
al bar e così riescono a parlarsi e si danno appuntamento per dopocena.
RIBADISO DA BAIXO
Il
mattino successivo esco dall’albergue molto presto. L’inquilino sopra di me (il
presunto fidanzato di Marilisa) è già uscito. Lo trovo seduto ad un tavolino
all’aperto, in un punto di ristoro che si beve un caffè. Questa storia con
Marilisa mi sollecita la fantasia. mi fermo anch’io, faccio una colazione
abbondante e mi avvio. Lui è sempre lì. Forse aspetta.
Manco a
dirlo piove. Esco dal paese. Il percorso segue la strada asfaltata. Mi sorpassa
una figura, non capisco se uomo o donna. Non c’è nessun altro. Proseguo
imbacuccata nell’impermeabile con cappuccio. Continua a piovere. La figura
ignota è davanti a me sulla strada asfalta. Si ferma, le chiedo se ha bisogno
di qualcosa, mi dice di no ringraziandomi. È una ragazza inglese. Poco più
avanti si ferma di nuovo e mi aspetta. In quel punto la freccia gialla indica
di svoltare a sinistra per inoltrarsi in un sentiero sterrato. La ragazza mi fa
capire che non è molto conveniente inoltrarci in quel sentiero fangoso per via
della pioggia col buio. Sono d’accordo con
lei e proseguiamo insieme per un lungo
tratto. Intanto si fa chiaro. Nuovamente
la freccia ci indica di svoltare a sinistra, ma forse non c’era freccia perché
la ragazza ha consultato il tracciato su un I Pod o qualcosa del genere. Questa
volta la strada è sterrata ma larga e agibile. Proseguiamo ancora un pezzo
insieme, poi capisco che la ragazza sta al mio passo solo per educazione e
quindi la licenzio. Lei si allontana agile
e svelta. Qui il ricordo si fa confuso. arrivando sempre a pomeriggio inoltrato non avevo tempo di dfissare tappa per tappa la giornata appena trascorsa. Comunque sia la strada è sempre lunga. Ci siamo lasciati alle spalle quei meravigliosi boschi ed il profumo sprigionato dagli alberi di eucalipto. In Galizia pullulano le PULPERIE. Con Paola e Cirino ci diamo appuntamento in una pulperia. Tappa d'obbligo per ogni pellegrino che passa di là. Inutile dire che Paola e Cirino mi raggiungeranno prima della meta pur essendo partiti dopo di me. Il locale è attrezzatissimo. Sembra quasi una catena di montaggio. Uno taglia il pulpo, l'altro lo innaffia con il sugo ecc. Devo dire che è eccezionale. Non ho mai mangiato un polipo così tenero. Ma la porzione così abbondante appesantirà non poco il nostro camino.
Facciamo tappa a Ribadiso. Il posto è carino. l'albergue è vicino a un torrente con ponte medioevale. Uno dei tanti che abbiamo trovato su questo camino. La sera a cena incontro la ragazza inglese con la quale avevo condiviso un pezzo di strada sotto la pioggia. Facciamo fatica a riconoscerci a viso scoperto, infine ci salutiamo contente. Lei tenta di dialogare con me ma io sono troppo stanca ed ho la testa confusa. Le rispondo a male pena spiaccicando una parola in inglese, una in italiano, una in francese ed un'altra in spagnolo. una confusione totale.
Prima di andare a dormire il generale ci delizia suonando un brano con l'armonica a bocca. E' un momento bello, evocativo. Il generale è una persona squisita.
Paola appena si avvia ha sempre difficoltà per via della tendinite. Poi si riprende. Quel mattino io e Cirino siamo avanti a lei, poi sbagliamo strada e quindi pensiamo che lei sia passata davanti a noi.
Con mio stupore mi raggiungerà più avanti e ci perderemo nuovamente.
Arrivo a Pedroso che Paola e Cirino sono già arrivati. Con Paola vado a recuperare la mia
mochila che avevo spedito ad un albergue privato che come sempre i municipali
non ritirano. Da O Cebreiro il costo della spedizione è sceso a 5€. Pedroso è
una cittadina moderna ma non è attraente. L’albergue è grande e anonimo. Ci ritroviamo
con Marilisa e il generale con i quali tutti insieme passeremo la serata. Ormai
siamo alla fine. La stanchezza si fa sentire. Le mie gambe sono dure come pezzi
di marmo. Siamo a fine settembre, i più se ne sono già andati e l’atmosfera non
ha più quel sapore gaio e cameratesco che ha contraddistinto la massima parte
del camino. Per i giovani invece è diverso. Loro organizzeranno una grande spaghettata e tra questi c'è pure "Francesco" con le sue amiche tra cui la ragazza americana molto bella.
Mi ero accorto, da come ogni tanto mi osservavi, che cercavi di capire il vero Cirino al di fuori di ciò che appariva. Mi chiedevo quale fosse il risultato di questa ispezione. Ma la realtà è che io sono realmente fatuo e superficiale ahimè....
RispondiEliminasorry se ho sbagliato
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