La Galizia ci accoglie con tutti i suoi effluvi
di stalla di mucca di letame ma anche la magia e il profumo dei boschi dagli alberi
secolari di eucalipto.
Usciti da O Cebreiro ci accompagna un cielo spettacolare.
La luce tra le nubi filtra in colori e sfumature da togliere il fiato.
I sentieri sono anche qui poco agibili. Duri e impervi.
Si attraversano questi paesini rurali dove la vita scorre uguale e immutata nel
tempo. Questi uomini e donne che s’incontrano sono fuori dal mondo ma mi viene
da considerare che è il mondo a passare da qui. Un mondo che finora ha
rispettato le regole di questi luoghi. Rimanendone affascinato.
L'eredità celtica della Galiza viene celebrata spesso, e si sostiene talvolta che l'ultima
persona che parlava il Celtico Galiziano morì nel XV secolo. Infatti, il nome Galizia (Galiza) deriva dal nome di un'antica tribù
celtica che risiedeva in quest'area, i Gallaeci.
Come per molte altre regioni
montagnose d'Europa, che non sono facilmente accessibili, la Galizia godette di
diversi periodi di indipendenza culturale. La regione venne invasa per la prima
volta dalle legioni romane di Decimo Giunio Bruto Callaico, nel 137-136 a.C. (Livio lv., lvi., Epitomi); ma
un'effettiva romanizzazione iniziò solo in epoca augustea. Con le invasioni del V secolo d.C., la Galizia cadde sotto gli Suevi, nel 411, che la tennero fino a quando venne annessa ai domini Visigoti di Leovigildo nel 585.
I Mori occuparono brevemente la Galizia, fino a quando ne furono espulsi 739 da Alfonso I delle Asturie. Durante il IX e X secolo i Conti di Galizia si mantennero in uno stato di semi-indipendenza dai
propri sovrani e i Normanni razziarano occasionalmente le coste della regione.
Nel 910, alla morte di Alfonso III, re delle Asturie, i suoi domini
vennero divisi tra i tre figli e la Galizia divenne un regno indipendente con Ordoño II, che nel 914 la riunì al León. Nel quadro delle lotte di successione alla corona del Leòn, il regno di
Galizia fu ancora governato separatamente tra il 926 e il 929 (Sancho Ordóñez), tra il 982 e il 984 (Bermudo II), tra il 1065 e il 1073 (García I) e tra il 1111 e il 1126 (Alfonso VII). Il regno venne definitivamente soppresso nel 1833.
Il titolo onorario di conte di Galizia è stato
frequentemente portato dal figlio più giovane dei sovrani spagnoli.
A pochi Km. troviamo una statua del Pellegrino dalla
foggia drammatica (così almeno a me pare) che sovrasta il paesaggio e si
staglia nel cielo e contro le nuvole.
Proseguendo i pascoli si alternano a vegetazione boscosa
e rurale. Le mucche sono animali bellissimi che ti guardano come mature signore
dallo sguardo enigmatico ed imperturbabile.
L'aspetto orografico che
presenta la Galizia nel suo entroterra è modestamente montagnoso, con cime
basse e solitamente arrotondate, attraversate da molti fiumi e torrenti,
solitamente affluenti del Miño nell'interno,
o molto corti e di relativo interesse quelli che sfociano nel Mar Cantabrico.
Difficilmente i bassi rilievi diventano impervi come nel caso del Canóns do Sil, mentre nelle altre zone rimanenti ci sono ampie vallate.
La Galizia viene identificata
molte volte come la terra dei mille fiumi per la quantità di corsi d'acqua che
presenta. In generale, anche per la loro esigua dimensioni se si eccettua il Miño specialmente alla sua foce, non sono navigabili se non da piccole e
caratteristiche imbarcazioni adatte allo scopo.
I fiumi che scorrono verso
nord sono veramente corti, mentre quelli che sfociano nell'Atlantico sono poco
più grandi. I fiumi principali sono pertanto solo il Miño ed il Sil che hanno una
lunghezza di varie centinaia di chilometri.
Esistono varie strutture per
la produzione di energia elettrica sfruttando l'acqua dei fiumi, che hanno
formato il fenomeno dei canóns, come il già citato e famoso Canóns do Sil. Le
montagne più alte sono la Pena Trevinca, con un'altitudine massima superiore ai 2.000 m (poste lungo il confine
del territorio amministrativo) e Cabeza de
Manzaneda, vicino Ourense.
A Triacastela mi ricongiungo con Paola che è arrivata
prima di me.
L’albergue non è male. C’è pure la macchina per
massaggiare i piedi. la provo. Un po’ di sollievo lo dà. La caviglia mi fa sempre
un po’ male e questi sentieri campestri non aiutano per niente. Nel pomeriggio
si mette a piovere. E piove intensamente. La guida dice che nell’albergue c’è
anche un giardino in realtà si tratta di uno sterrato incolto dove si possono stendere i panni e
null’altro. Per cena ci cuciniamo qualcosa che c’è anche la cucina. Dividiamo la
camera con dei ciclisti. Nel cuore della notte mi alzo per andare in bagno e in
soggiorno sul divano c’è un uomo steso. I suoi compagni in tenuta da ciclista
mi fanno cenno di tacere. Evidentemente l’uomo sta male. Il mattino quando mi
alzo non troviamo più nessuno.
buoni i frutti di bosco!
RispondiElimina