La
fermata dell’autobus, con mio grande stupore è gremita di pellegrini. Incontro
anche gli amici neozelandesi, chiacchiero un po’ con una di loro, è sempre lei
a conversare con me ed in qualche modo ci capiamo e di fronte alla mia
perplessità per il bus mi risponde con candore: “ way not?”. Già, perché no?.
Mi sembra ragionevole. Arriva il bus, non ci stiamo tutti, alcuni dovranno
aspettare quello successivo che arriverà di li a poco, rassicura
l’autista. E’ buona regola che
nessun passeggero debba viaggiare in
piedi.
Per
arrivare a Navarrete dobbiamo cambiare il bus a Logrogno.
Facciamo
fatica io le mie compagne di viaggio a capire dove si trova la fermata
d’autobus per Navarrete. La costaricana
è una forza della natura. Si muove con determinazione e abla espanol. Io e le
due canadesi le stiamo dietro fiduciose. Logrogno è una città modernissima, con
strade larghe, bei palazzi. Se c’è un centro storico non lo abbiamo nemmeno
sfiorato. Finalmente, chiedendo un po’ di qua e un po’ di là, anche con qualche
nostro ausilio, troviamo la fermata dell’autobus e verso le undici di mattina arriviamo alla
nostra destinazione. Dal bus intanto abbiamo intravisto il sentiero del Cammino
che affiancava a tratti la strada. La guardo con un po’ di rammarico. Gli amici
neozelandesi li ho persi alla fermata d’autobus quando siamo arrivati.

La cittá conobbe allora un momento di splendore,
contrassegnato da una evoluzione dei rapporti sociali all'interno della
comunità cittadina. Il re Alfonso VI scelse Logroño per rendere pubblico un
editto che regolava la vita e i diritti dei cittadini del tempo, e tale modello
fu esportato in molte città castigliane.
Purtroppo la storia di Logroño conobbe momenti meno
felici, come durante il tremendo periodo dell'Inquisizione; la città fu scelta
come uno dei principali Tribunali dell'Inquisizione, e innumerevoli persone
furono torturate e uccise in quel periodo buio della storia della cristianità
spagnola.
Navarrete
Ho spedito
la mochila all’albergue municipale e la costaricana mi fa notare un cartello
dove diceva che chi arrivava un autobus o spediva la mochila non sarebbe stato
ammesso all’albergue.
Il
Pilgrim’s è carino. L’hospitalero mi assegna un letto in una grande camera,
anche lì con letti a castello. Al momento ci siamo soltanto io e due ragazze
inglesi che alloggiano in un’altra stanza. C’è un bel terrazzo, con tavolini e
ombrelloni e tanto di vista sulle montagne e una bella sala ristorante.
Il Cammino di Santiago attraversa questa località passando dalla
via Mayor del suo centro urbano.
Verso le quattordici mi
avvio a ritirare la mia mochila. Arrivata al municipale, la vedo in un angolo e
tiro un sospiro di sollievo. (ogni giorno è così, temo sempre che succeda
qualche cosa. A Los Arcos per esempio, quando è arrivata la macchina con le
mochile, se non facevo attenzione me l’avrebbero portata da qualche altra
parte. Infatti la macchina stava già partendo con la mia mochila se non mi
fossi accorta subito che non l’avevano scaricata).
senora la mia mochila e lei mi chiede molto
carinamente se volevo alloggio, allora le dico che ho visto il cartello e
quindi ho già trovato un altro albergue, lei alza un po’ le spalle in segno di
dissenso. A quel punto la saluto gentilmente e me ne vado. Peccato perché così
per quel giorno ho perso le mie compagne.
Passo il pomeriggio
oziando un po’. La cittadina è piccola e la si gira in un niente. Vi sono delle
belle statue. Una molto bella di una donna con la brocca in
testa che scende dal gradino della fontana di fronte alla chiesa dell’Assunzione.
Un’altra, di fianco alla chiesa rappresenta un vasaio intento a plasmare un piccolo orcio e
una terza, un uomo e una donna affacciati ad un balconcino che domina la strada
che attraversa il paese.
Di tanto in tanto mi
sento con Paola al telefono e vengo a sapere della sua tendinite. Anche con Federico tengo dei contatti. Il suo ginocchio, grazie alla fascia elastica che ha trovato
a Pamplona va molto meglio. Anche lui adesso è avanti a me.
Verso sera inizia a
piovere. E’ una bella pioggia decisa. Per un po’ mi diverto a guardarla dalla
finestra della camera. C’è poco movimento in strada. Una famiglia arriva in
macchina, scarica dei pacchetti e se ne va. Intanto arriva un nuovo pellegrino.
E’ un ragazzo giovane. Dall’accento mi sembra toscano. E’ appena arrivato
dall’Italia e non ha più trovato posto all’albergue municipale. Mi dice che
addirittura hanno messo dei materassi per terra. Lui si chiama Marco, è un bel
ragazzo e molto simpatico. Mi racconta che ogni anno fa una settimana di
Cammino. Di più non può per via del lavoro e mi invita ad andare a cena con lui
che ci sono amici che lo aspettano ma io rifiuto. Fa freddo e non ho nessuna
voglia di uscire e poi mi sentirei anche fuori posto in mezzo ad un gruppo di
giovani.
Purtroppo il mio
stomachino fa ancora i capricci e mando indietro un po’ di pietanza comunque
dico al cameriere di rassicurare il cuoco. Non è colpa sua. La cena era
eccellente.
Alcune tappe dopo, a Granon incontro Marco con altri amici e lui racconta che quella sera a Navarrete, dopo essere rientrato al Pilgrim's, ed essersi coricato, sente del baccano venire da sotto. Io dormivo e non mi ero accorta di nulla.
Incuriosito scende e chiede all'hospitalero cosa stia succedendo. L'hospitalero, (secondo me con un po' di malizia) lo porta nella sala ristorante ed il povero Marco si vede assaltato da una orda di femmine assatanate. che lo circondano, blandendolo. Vogliono tenerlo con loro, dicendogli, "dai, stai con noi, sei carino!". Il povero Marco, (anima candida) tenta di difendersi, ma quelle non mollano. alcune di loro sono pure vestite e truccate da uomini con tanto di baffi e basette. Si trattava della festa delle "Mujeres" ed il povero Marco c'è capitato in mezzo. E smarrito commentava: "ma quelle donne avevano l'età di mia mamma!" (anima tenera!)
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