IL
CAMINO DI SANTIAGO NON è UN CAMINO SE NON SI PERCORRE LA MESETA.
Per prima cosa prima di uscire da Burgos faccio un altro
prelievo al bancomat. Non voglio trovarmi nuovamente in difficoltà. Ieri ho
onorato il mio debito. Usciamo dalla città che è ancora addormentata, in giro
ci sono solo pellegrini. Per la colazione troviamo un unico bar aperto che è
davanti all’ostello municipale e quindi molto affollato.
Con Federico e le ragazze siamo ancora insieme, ma presto
ci divideremo per trovarci a Hornillos dove abbiamo spedito le mochile. Simona si
è presa lei l’incombenza di telefonare al servizio. Con le lingue se la cava
molto bene e anche con lo spagnolo.
Il cammino è facile, si passa dall’asfalto a sentieri. Si
costeggia l’autostrada che porta a Leon e anche la statale.
Questa è la prima tappa che ci immerge nella meseta. In spagnolo
il termine meseta vuol dire altopiano.
La Meseta è l'altopiano più antico della penisola iberica è quello che occupa la maggior parte
della sua superficie. Ebbe
origine dal Massiccio
Esperico sorto con l'orogenesi ercinica
durante il Paleozoico. Questo massiccio fu spianato dall'erosione durante il Mesozoico trasformandolo in una pianura ondulata che costituisce la base
dell'attuale Meseta, posteriormente alterato durante il Cenozoico a causa dell'orogenesi alpina e dalla erosione e sedimentazione avvenuta durante il Quaternario.
Origine geologica
Durante il Cenozoico l'orogenesi alpina interessò l'antico Massiccio Esperico alterando i suoi contrafforti, dando luogo alla formazione del Massiccio gallego-portoghese, dei Monti del Leon e dei Monti Baschi e il piegamento dei
suoi contrafforti come la Cordigliera Cantabrica, a nord, il Sistema Iberico, a nord-est, e la faglia della Sierra Morena a sud. Questa orogenesi ebbe come conseguenza lo scontro tra la placca
africana e la placca europea, comprimendo nel mezzo il resto del massiccio esperico,
producendo inoltre la frattura dello zoccolo che diede luogo ai monti di Toledo ed al Sistema Centrale. Inoltre i resti del
massiccio si inclinarono verso ovest e furono in seguito sottoposti ad un
processo di sedimentazione che è più accentuato sul lato orientale. Infatti sul
lato occidentale della Meseta sono maggiormente visibili i materiali duri e
cristallini che originariamente componevano il Massiccio
Esperico
Il risultato finale di questi
processi geologici è un altopiano con un'altitudine media intorno ai 600 metri, anche se l’ altitudine della Meseta settentrionale, quella situata al nord del Sistema Centrale, è maggiore di quella meridionale. I pianori della meseta
hanno i bordi rialzati e per questo hanno un clima fortemente continentale che
non gode dell'influsso mitigatore del mare. I suoi terreni hanno
un tipico colore rossiccio.
Non è difficile camminare nella meseta ma bisogna
abituarsi a questi immensi spazi dall’aspetto desertico. Tavolati lievemente
ondulati, separati da ampie e tranquille valli, ora pietrose, ora coperte di
frumento, le cui stoppie bruciate dal sole dell’estate danno l’idea di
camminare in un infinito mare giallo. Giallo dunque e azzurro trasparente del
cielo. Abbagliante. Kilometri e kilometri di questo panorama senza un paese,
una casa, niente. Un sentiero e basta. Un silenzio assoluto, assorbente. Anche le
persone assorbono il silenzio o sono assorbite dal silenzio. Bellissimo. Per me,
ma non per tutti. Per altri può essere angosciante.
In estate la temperatura sale a livelli insopportabili. Tant’è
vero che vi sono sparsi per il camino punti di pronto soccorso. (così mi è stato
detto). L’escursione termica è molto elevata tra il giorno e la notte. Ho iniziato
a percorrere la meseta il 12 settembre quindi non c’è più il caldo di agosto. E
l’aria è abbastanza fredda. Ma quest’anno la stagione è più fredda rispetto all’anno
precedente mi dicono le ragazze, che loro quest’anno percorrono il secondo
tratto fino a Leon. Infatti a Granon, di mattina abbiamo avuto sei gradi di
temperatura. Anche a Najera c’erano si e no otto gradi.
Ma man mano che il sole si alza, si alza anche la
temperatura e verso mezzogiorno e anche il pomeriggio fa abbastanza caldo. In questo
clima e con questo panorama verso la fine della tappa (da noi fissata) mi
avvicinano due signore. Rosario, una bella spagnola, alta, dal viso aperto e
simpatico e una irlandese professoressa di spagnolo. Con loro avviamo una bella
conversazione. E’ lei che afferma che il camino non è un camino se non si
percorre la meseta. Rosario parla discretamente italiano, che il
prossimo anno vorrebbe fare la Francigena. Parliamo di poesia, di natura, e altre cose interessanti. Anche lei soffre di una tendinite ed il medico le ha consigliato qualche giorno di riposo. Improvvisamente la signora irlandese se ne viene fuori con la canzone “Non ho l’età” di Gigliola Cinguetti che ha vinto il festival di Sanremo verso la fine degli anni cinquanta. Giuro mai mi sarei aspettata di sentir parlare della Cinguetti nel cammino e nella meseta. Bene ne abbiamo cantato un pezzo poi a Rosario viene in mente “Il cielo in una stanza” così con un filo di voce e un po’ ansimante gliel’ho cantata e l’irlandese su nostra richiesta ci ha cantato una canzone di Natale, irlandese, abbastanza famosa. Devo averla sentita in qualche film. Inconfondibile con quel ritmo tipico della musica irlandese.
prossimo anno vorrebbe fare la Francigena. Parliamo di poesia, di natura, e altre cose interessanti. Anche lei soffre di una tendinite ed il medico le ha consigliato qualche giorno di riposo. Improvvisamente la signora irlandese se ne viene fuori con la canzone “Non ho l’età” di Gigliola Cinguetti che ha vinto il festival di Sanremo verso la fine degli anni cinquanta. Giuro mai mi sarei aspettata di sentir parlare della Cinguetti nel cammino e nella meseta. Bene ne abbiamo cantato un pezzo poi a Rosario viene in mente “Il cielo in una stanza” così con un filo di voce e un po’ ansimante gliel’ho cantata e l’irlandese su nostra richiesta ci ha cantato una canzone di Natale, irlandese, abbastanza famosa. Devo averla sentita in qualche film. Inconfondibile con quel ritmo tipico della musica irlandese.
Stiamo percorrendo una bella discesa ed ecco apparire i tetti
del paese. Nella meseta è così. I paesi compaiono all’improvviso e in alcuni
casi scompaiono per ricomparire nuovamente sino a quando non ci si arriva.
Hornillos |

dependance ma Federico preferisce rimanere lì (alla casa madre) così mi fermo anch’io mentre le ragazze andranno nella dependance che è bella e ristrutturata di nuovo e odora di conegrina mentre, la”casa madre”, conserva ancora i letti dell’epoca antica. Di fatto Hornillos del camino è stata una tappa importante per i pellegrini con diversi Hospitales e un ospizio per lebbrosi e la calle Real che attraversa il paese è il cammino stesso. Incontro seduta al caffè che c'è nella piazza la mia amica di Poumpadour che naturalmente sta conversando come se fosse nel salotto di casa sua. incontro anche il gautemalteco che stava con noi ad Ages e mi dice che alle 18' ci sarà la messa. alle 18' puntualmente mi reco in chiesa per la messa e con mio grande stupore vedo che il sacerdote che officiava la messa era proprio il guatemalteco e la signora che sta con lui lo aiuta nella funzione. adesso capisco quel suo modo di fare così particolare, che me lo faceva vedere diverso da qualsiasi altra persona.
cimitero dietro la chiesa |
Federico si mette a letto, mi dice che ha la febbre. Gli
offro un rimedio omeopatico ma rifiuta dicendo che è contrario. Questo caldo-freddo
non ci fa certamente bene. Andando avanti nel camino ho incontrato altre
persone che si sono ammalate. Io pure ho avuto dei sintomi di raffreddamento ma
mi sono imbottita dei mie rimedi così ne sono uscita indenne.
A cena comunque andiamo in trattoria mentre le ragazze
hanno fatto la spesa che c’è anche una bella cucina. (a parte i letti). Dividiamo
il tavolo con una coppia di giovani. Belli tutti e due. Inglesi. E’ Federico che
conversa on loro. Sono sei mesi che sono in giro per il mondo con lo zaino. Hanno
già percorso tutta l’Australia. Io sono molto ammirata ma Federico che ha l’occhio
un po’ più lungo del mio afferma che devono avere una famiglia piuttosto
facoltosa alle spalle, soprattutto la ragazza, lo si percepisce dai suoi
atteggiamenti un po’ altezzosi.(Da Ombretta sdegnosa....)(citazione da: "Piccolo mondo antico").
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