venerdì 15 novembre 2013

Villambistia - Ages

Fermata d’autobus.
L’indomani mattina partiamo tutte insieme. Passata Espinosa del Camino un sentiero agricolo conduce ai ruderi del monastero mozarabico di San Felice (VI/VII sec.), dove secondo la leggenda, sono sepolti i resti del conte Diego Porcelos, fondatore della città di Burgos.
Insieme arriviamo a Villafranca io mi precipito dentro il primo bar che incontriamo per chiedere del bancomat. Apro la porta e proprio lì davanti c’è Federico e con grande sorpresa ci abbracciamo e baciamo. Federico si trovava lì perché aspettava l’autobus il quale mi pare di ricordare aveva cambiato giro.
Il bancomat a Villafranca non c’è ma le ragazze molto carine e generose mi fanno un prestito di € 50. Quindi va da sé che rimarrò con loro fino a quando non avrò onorato il mio debito.
Federico si unisce a noi e mi suggerisce di farmi fare la ricarica per il cellulare dall’Italia. Dirò a Gino che mi telefona tutte le mattine di passare l’incarico a Maria Grazia lei sa di sicuro come fare.
Prima di rimetterci in cammino facciamo uno spuntino in un locale dove hanno prodotti di alta qualità. Federico si fa fare un panino con del prosciutto veramente speciale. Morbido e saporito per pochi euro.

Simona -  Lisetta - Ivana
Villafranca-Montes de Oca, è  un’antica sede episcopale. Ed era rinomata nel Medioevo per l’accoglienza ai pellegrini.   
Come ci aveva già anticipato ieri l’inglese “mio salvatore” La passeggiata è molto bella. Entriamo in un bosco magico. Vi sono cespugli di erika ricchi di sfumature che vanno dal viola intenso al lilla. La strada sterrata  è larga e in salita per i Montes de Oja. Il tratto è faticoso, ma anche il più bello che porta fino all’alto della Pedraja. (1130 m.). Poco prima di giungere all’alto si passa davanti ad un monumento ai caduti della guerra civile. Lì fu trovata una fossa comune di persone uccise nel 1936. Facciamo una breve sosta e ci facciamo le fotografie.
Prima di arrivare ad Ages passiamo da san Juan de Ortega. La località deve il suo nome al santo a cui è legata. San Jaun nacque ne 1080 in una ricca famiglia. Dopo l’ordinazione sacerdotale collaborò con santo Domingo nella costruzione di ponti e nel miglioramento della via jacopea. Dopo un pellegrinaggio in Terra Santa, si ritirò da queste parti per aiutare i pellegrini nel difficile transito dei Montes de Oja. Eresse una cappella dedicata a san Nicola e attorno a lui si creò una piccola comunità monastica. Quando morì nel 1163 fu
sepolto nella stessa cappella romanica che aveva iniziato a costruire. Nel 1477 Isabella la Cattolica, pellegrina in questo luogo(attratta dalle proprietà miracolose contro la sterilità attribuite al santo), fece ampliare la chiesa romanica fino a completare il complesso architettonico che oggi vediamo. Vi è una particolarità interessante all’interno della chiesa che viene chiamato il “miracolo della luce”. Nei giorni 20/21 marzo e 22/23 settembre un raggio di sole attraverso la finestra sinistra della facciata, va a lambire di luce dorata l’unico capitello romanico rimasto, che rappresenta su un lato l’annunciazione di Maria.
Da San Juan si va diritti per 300 m. fino all’incrocio per Santovia-Burgos. Tra le due strade asfaltate, ben segnata da un cartello  sotto una grande croce in legno e indicata con le frecce, parte la pista di terra che va in leggera discesa dentro un bosco di roverelle  prima e campi poi fino ad Ages. La fine della nostra tappa di oggi. Abbiamo ancora sempre il problema delle mochila. Non sappiamo ancora se la Jacostrans è passata a prelevarle in quanto non hanno risposto al telefono. Durante la tappa Simona ha chiesto ad una pellegrina che anche lei era senza mochila come faceva a spedirla e questa signora le ha detto che era lei a telefonare per prenotare il servizio. (sono smpre la solita Alice nelle nuvole).
Arrivati a Casa Caracol ad Ages ci accoglie una signora. Per fortuna ha ancora posto. Lei  dispone di non più di otto pellegrini. Le chiediamo se sono arrivate le mochila lei dice che sì, le hanno portato due mochila  ma le ha mandate da un’altra parte. Ci dirigiamo secondo le sue indicazioni e con grande sollievo sono proprio le nostre.
Casa Caracol è una casa vecchia di almeno duecento anni ma molto ben sistemata. Calda ed accogliente. Ana, l’hospitalera, ci accompagna all’ultimo piano, nel sottotetto. Lì ci sono delle stuoie stese per terra dove noi dormiremo. Vi sono un paio di amache e una specie di divano raso terra come arredo. Travi di legno al soffitto e pavimento in legno. Una balconata guarda giù verso la sala del piano di sotto dove alle pareti sono appese delle fotografie. Due finestrelle si affacciano sul paesaggio.  Mi pare subito un posto dove alloggiare almeno una settimana. In serena tranquillità.
Ana è una donna alta, imponente, di origine svedese. I suoi genitori si sono trasferiti in Spagna che lei era ancora piccola. Pure lei è una ex pellegrina e nel suo secondo cammino ha deciso di stabilirsi lì, ad Ages. Ci comunica che alle 19’ c’è una visita guidata per il paese. Federico non ha nessuna voglia di venire e si propone come cuoco. D’altronde ci spiega lui è chef ed ha gestito un rinomato ristorante a Milano.
Intanto sono arrivati altri pellegrini. Un ragazzo tedesco, bellissimo. Sembra un dio greco. Alto, ben proporzionato, ha i piedi fasciati in strisce blu e porta delle strane calzature, specie di infradito basculanti. In un solo giorno ha percorso quaranta KM. da Roncisvalle a Pamplona.    E anche una coppia. Lui è guatemalteco ma vive in California ed ha un modo di porsi molto gentile e riservato. La donna che lo accompagna non so.
sello di Ana disegnato da lei a mano
Ania - mentre disegna il sello
L’appuntamento per il giro turistico è alla fuente. Ci accompagna un cicerone, ma essendo del posto parla in spagnolo ed io non capisco quasi niente. Le case di Ages assomigliano tutte alla casa di Ania. Le mura sono un impasto di elementi trovati sul posto. (di più non ho capito).  Il percorso comprende il vecchio forno, la bottega del fabbro, il vecchio lavatoio dove andavano anche i pellegrini a farsi un bagno e per ultima la casa di Ana, che ha conservato alcune stanze e pure la cantina allo stato originale.
Federico vuole raggiungere Burgos in autobus e io penso di unirmi a lui per arrivare presto e godermi la città. Ana si presta lei a telefonare e per la spedizione delle mochila e per noi che vogliamo scendere in auto in quanto non c’è un servizio di linea. Il tutto si risolve velocemente partiremo insieme alle mochile, con un altro servizio: “Camino facile”.

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