Hornillos
del Camino – Puente Fitero
“ E lucean le stelle…”
La sensazione che ho a percorrerlo tutto con gli occhi è
grandiosa, di immensità. Mi sento piccola e potente nello stesso tempo. Una dea dell’Olimpo. E mi si apre il respiro.
Camminare è come compiere un atto sacro. Un gesto
antico, ancestrale, archetipo.
E' il terzo giorno di cammino nella Meseta. Come già
accennato precedentemente il silenzio è totale,
denso. Solo campi collinosi, gialli, che si stagliano su di un cielo celeste-azzurro, trasparente e
nuvolette sospese.
È vero, sembra che la tappa non abbia mai fine. Silenzio,
azzurro cielo e giallo delle colline e nient’altro. A volte l’infinito.
Stamattina partendo da Hormillos ho preso degli accordi
con Federico. Il mio desiderio è di arrivare all’ermita di San Nicolas che è
gestita dalla Confraternita San Jacopo di
Perugia. L’ermita del XIII secolo è stata ristrutturata dalla confraternita e
oggi ospita uno dei rifugi più caratteristici del Cammino (ricostruito “filologicamente
“ con acqua corrente ma senza elettricità). I pellegrini vengono accolti con la
lavanda dei piedi e viene offerta la cena.
Santa Brigida |
Ed ora sono a metà della fatidica salita. Mi è rimasta
poca acqua e cerco di conservarla il più possibile.
La sua compagnia mi fa molto piacere. Arrivati in piano
mi accorgo che lui ha un passo ancora più lento del mio quindi succede che lo
oltrepasso, poi lo aspetto, così fino quando la freccia indica due percorsi
distinti. A quel punto le nostre strade si dividono. Ci lasciamo tacitamente
amici.
A quel punto mi affida ad un signore che insieme a lei ed
altre due persone gestiscono come volontari il rifugio. Quindi con lui vado in
macchina a recuperare il mio zaino nel frattempo lui si fermerà ad un punto
dove funziona Internet. Mentre aspetto faccio alcune telefonate. Una a Torino,
a Gino e poi alle ragazze per sapere com’è andato il cammino della mattinata.
Loro mi chiedono dove mi fermerò l’indomani, pensando di ricongiungerci il
giorno dopo ma io ormai ho premuto sull’acceleratore e voglio proseguire
piuttosto spedita, anche con la segreta speranza di ritrovarmi con Paola, la
quale continua a ripetermi, quando ci sentiamo per telefono che lei è sicura che ci ritroveremo.
Con le ragazze ci confermiamo l’impegno di trovarci a Torino insieme a
Federico. La qual cosa mi da la certezza che questa nostra amicizia sarà
consolidata nel tempo. Paola anche lei non sta molto bene e ogni volta mi dice
che rallenterà un po’ la sua corsa.
L’interno dell’ermita è molto interessante.
Una parte è
occupata dai letti a castello e una scala porta ad un sottotetto dove vi sono
altri letti, mentre la metà che va dal portone d’ingresso verso l’altare è
adibita a zona giorno. C’è la cucina, un lungo tavolo e sul fondo quello che un
tempo era l’altare. Rimasto intatto. Una bella statua di un santo, magari san
Nicolas, “accoglie” i pellegrini e sull’altare il trittico di una bellissima
icona.
L’ermita intanto si è riempita di persone. I letti sono
tutti occupati. Vi sono diversi italiani. Intanto gli amici della confraternita
preparano la cena. Quando tutto è pronto, la tavola apparecchiata, siamo
invitati alla cerimonia della lavanda dei piedi.
Seduti in circolo sulla pedana dell’altare, a turno, ad uno
ad uno, utilizzando una bacinella, avviene la cerimonia. Avverto una certa
emozione ma avverto anche un certo fastidio verso quelli che fanno le
fotografie. Avrei preferito un maggiore raccoglimento da parte di tutti.
"En el nombre
de Christo te acogemos en el hospital de San Nicol que el descanso te
reconforte y repara tus fuerzas para continues tu camino a Santiago."
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E' questo che vogliamo ricordare: che è Gesù che vuole lavarci i
piedi, è Dio che urge perché ci vuole amare, è lasciare che faccia di noi
quello che vuole. Ogni sera a San Nicolas rinnoviamo questa straordinaria
verità al lume delle candele, lontano dai rumori del mondo, fra un catino e
dei piedi nudi, collegando il sublime e l'infinitamente umile…
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Si cena a lume di candela. Ed è molto bello. La cucina è
ottima. Ci viene servita della pasta e poi non ricordo. Siamo invitati a
suonare qualcosa o a cantare ma nessuno di noi si sente di farlo. Un italiano
afferma a gran voce di essere ateo. Lo trovo un po’ fuori luogo. Nessuno glielo
ha chiesto. Ma lui è così. Me ne accorgerò nei giorni a seguire. È un
fiorentino simpatico ma un po’ ingombrante.
Dopo cena viene sparecchiata la tavola, poi Franco (così
mi pare si chiamasse) uno degli hospitaleri, molto efficiente, si adopra per
farci ricaricare telefonini e macchine fotografiche e tutte le nostre
necessità.
I servizi sono fuori, in un fabbricato a parte. Mi
soffermo ad ammirare il cielo di un azzurro intenso e carico di stelle.
Condivido questo momento con un ragazzo italiano. Lui sta facendo il cammino in
bicicletta. Ma la sua è una bicicletta qualsiasi. Senza pretese. Dopodiché cala
il silenzio. Tutto dorme.
Nel cuore della notte, mi sveglio come mi capita sempre.
Esco all’aperto per andare ai servizi. Mi accoglie uno spettacolo
incredibile. Un cielo inondato di
stelle. Grandi, luminosissime che mi piovono addosso. Vedo un oggetto luminoso
che si muove ad una velocità costante penso ad una stella cadente ma non può
essere. Fantastico su questo, potrebbe essere qualsiasi cosa, magari un
satellite oppure una presenza luminosa che
mi si vuole manifestare. Non ho
mai visto un cielo così. Lo cercherò ancora nelle notti successive, senza
ritrovarlo. Mi sento parte del tutto, dell’universo intero e penso:
“mi iglesia un cielo inondato di stelle
Il mio DIO si perde nell’infinito”.
www.confraternitadisanjacopo.it/Hospital/SanNicolas.htm
Finalmente, ci tenevo a leggere le tue impressioni sull'ermita di San Nicolas che per me è stata una delle più suggestive tappe.
RispondiEliminaSono incuriosito dalla statua con la madre, il bimbo ed una terza figura: ne sai qualcosa di più?
grazie Cirino, meno male che ci sei tu che mi dai un po' di soddisfazine! no mi spiace, mi verrebbe da dire, magari sant'Anna, la nonna, ma ha una specie di corona in capo e quindi? rimane il punto inerrogativo.
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