venerdì 15 novembre 2013

El Burgo Ranero - Puente Villarente


Venticinque Km. di tappa di cui tredici Km. immersa nel nulla. Ancora un lungo tratto di solitudine e monotonia interrotto dopo circa dieci Km. dalla ferrovia. Fotografo una scritta che mi piace è di J. Keruak: "Le uniche persone per me sono i pazzi di vita, pazzi per essere salvati
vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o mai dicono un luogo comune ma bruciano, bruciano, bruciano (...) (...)i respinti, ma che l'anima tutta confessano per conformarsi al ritmo che il pensiero ha nella testa senza posa, il barbone pazzo e l'angelo beat nel tempo sconosciuti ... 





Lungo la strada passata Religios troviamo allestita una palestra a cielo aperto. sul muro di fondo una fila di volatili sono pronti a spiccare il volo per l'immigrazione. Su delle panchine qualcuno ha spruzzato con le bombolette il nome di Garcia Lorca e di Antonio Maciado con tanto di frammento di poesia. Proseguendo il cammino si arriva senza difficoltà a
Mansilla de las Mulas città storica situata sul rio Esla. Il paese è insolitamente pieno di vita. Il Camino
attraversa una piazza. Mi accoglie un sottofondo di chiacchiericcio allegro, vivo. Quasi musica per le mie orecchie abituatesi da giorni al silenzio. Mi godo questo intermezzo di vivacità  aggirandomi   tra i banchi del mercato. È tutto colorato e pulsante. Mi riempie di piacevole stupore, come se arrivassi dal deserto. In realtà la meseta è quasi un deserto.

Si esce da Mansilla passando per l’antico ponte di pietra sul rio Esla ed il paesaggio incomincia a cambiare forma. Meno duro. il Camino prosegue seguendo il sentiero alberato che affianca la strada statale. A tratti facendo attenzione alla freccia gialla, sempre la nostra stella cometa, ci si inoltra in sentieri solitari.
Ho deciso di fare tappa a Villarente per avere la possibilità di arrivare presto l’indomani mattina a  Leon che dista dodici Km. per godermi  un poco la città.
Si entra in Villarente percorrendo un ponte di ferro dal quale si può ammirare in tutta la sua  lunghezza il ponte antico  con tantissime arcate.
Il paese ha poco da offrire,  tranne l’albergue Pelago che è molto bello.
Nuovo, elegante, confortevole con un bel prato verde, vi sono delle sedie sdraio molto confortevoli e tutti ci sentiamo in diritto, dopo tanta fatica, di godere quel po’ di relax che l’albergue  offre.
Incontro anche i tre ragazzi e un tedesco, col quale ci salutiamo sempre molto cordialmente durante il camino. Anche lui ha intenzione di proseguire dopo
Santiago per Finisterre.
Nel pomeriggio vado dalla parrucchiera a rinnovare la tinta dei capelli che già c’è una bella crescita.
Il negozio è modernissimo. Arredato in bianco e nero. Spenderò una cifra irrisoria ben diciotto €, cosa che quando lo saprà il mio parrucchiere di Torino, masticherà un po’ amaro.
Passeggiando nei dintorni scopro un Camino di macchine d’epoca. Sono posteggiate in uno spiazzo adiacente ad un albergue. Una bella attrattiva.
Verso sera, dalla stanza attigua sento delle voci concitate ma per la verità non faccio molto caso. Vengo poi a sapere da Franco, il ragazzo argentino, che una ragazza è caduta dal letto a castello facendosi male alla schiena. L’indomani mattina l’hospitalero l’accompagnerà   in auto all’ospedale di Burgos.














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