


Venticinque Km. di tappa di cui tredici Km. immersa nel
nulla. Ancora un lungo tratto di solitudine e monotonia interrotto dopo circa
dieci Km. dalla ferrovia. Fotografo una scritta che mi piace è di J. Keruak: "
Le uniche persone per me sono i pazzi di vita, pazzi per essere salvati
vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o mai dicono un luogo comune ma bruciano, bruciano, bruciano (...) (...)i respinti, ma che l'anima tutta confessano per conformarsi al ritmo che il pensiero ha nella testa senza posa, il barbone pazzo e l'angelo beat nel tempo sconosciuti ...



Lungo la strada passata Religios troviamo allestita una palestra a cielo aperto. sul muro di fondo una fila di volatili sono pronti a spiccare il volo per l'immigrazione. Su delle panchine qualcuno ha spruzzato con le bombolette il nome di Garcia Lorca e di Antonio Maciado con tanto di frammento di poesia. Proseguendo il cammino si arriva senza difficoltà a

Mansilla de las Mulas città storica situata sul rio Esla. Il paese è
insolitamente pieno di vita. Il Camino
attraversa una piazza. Mi accoglie un
sottofondo di chiacchiericcio allegro, vivo. Quasi musica per le mie orecchie
abituatesi da giorni al silenzio. Mi godo questo intermezzo di vivacità aggirandomi tra i
banchi del mercato. È tutto colorato e pulsante. Mi riempie di piacevole
stupore, come se arrivassi dal deserto. In realtà la meseta è quasi un deserto.

Si esce da Mansilla passando per l’antico ponte di pietra
sul rio Esla ed il paesaggio incomincia a cambiare forma. Meno duro. il Camino
prosegue seguendo il sentiero alberato che affianca la strada statale. A tratti
facendo attenzione alla freccia gialla, sempre la nostra stella cometa, ci si
inoltra in sentieri solitari.

Ho deciso di fare tappa a Villarente per avere la
possibilità di arrivare presto l’indomani mattina a Leon che dista dodici Km. per godermi un poco la città.

Si entra in Villarente percorrendo un ponte di ferro dal
quale si può ammirare in tutta la sua lunghezza il ponte antico con tantissime arcate.
Il paese ha poco da offrire, tranne l’albergue Pelago che è molto bello.
Nuovo, elegante, confortevole con un bel prato verde, vi sono delle sedie
sdraio molto confortevoli e tutti ci sentiamo in diritto, dopo tanta fatica, di
godere quel po’ di relax che l’albergue
offre.
Incontro anche i tre ragazzi e un tedesco, col quale ci
salutiamo sempre molto cordialmente durante il camino. Anche lui ha intenzione
di proseguire dopo
Santiago per Finisterre.
Nel pomeriggio vado dalla parrucchiera a rinnovare la
tinta dei capelli che già c’è una bella crescita.

Il negozio è modernissimo. Arredato in bianco e nero.
Spenderò una cifra irrisoria ben diciotto €, cosa che quando lo saprà il mio
parrucchiere di Torino, masticherà un po’ amaro.

Passeggiando nei dintorni scopro un Camino di macchine
d’epoca. Sono posteggiate in uno spiazzo adiacente ad un albergue. Una bella
attrattiva.


Verso sera, dalla stanza attigua sento delle voci
concitate ma per la verità non faccio molto caso. Vengo poi a sapere da Franco,
il ragazzo argentino, che una ragazza è caduta dal letto a castello facendosi
male alla schiena. L’indomani mattina l’hospitalero l’accompagnerà in auto all’ospedale di Burgos.

dai, ancora sei tappe e ci raggiungi!
RispondiEliminaok - aspettami!
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