La bellezza non ha tempo né
pace
Nebulose polverose
confondono cose
La terra atomo nel cosmo
Ed il nulla del mio io
giace prostrato alla sublimità della bellezza
Qui al
monastero gestito dalle suore uomini e donne sono divisi.
La stanza
è molto grande con letti a castello e siamo tutte donne. Alle cinque della
mattina mi alzo. Quasi sempre mi alzo a
quell’ora poi mi ci vuole quasi un’ora per preparami. Sono seduta sul bordo del
letto quando vedo spuntare due piedi sopra di me che vogliono scendere. Io
prendo le ciabattine che appartengono a quei piedi e le posiziono proprio in
dirittura del loro arrivo. La ragazza a cui appartengono quei piedi è molto
bella. Alta, un corpo statuario, sportivo, gambe lunghe e bellissimo viso con
occhi verdi. E’ una spagnola che colpita dal mio gesto mi ringrazia dicendomi
che non è da tutti una tale cortesia.
Ho già
avuto modo di incontrare la ragazza ed essendo io molto sensibile alla bellezza
sono affascinata da questa giovane donna.
Sono
pronta. Saranno quasi le sei. La ragazza spagnola è pronta anche lei ma si
attarda, forse aspetta qualcuno, tanto lei non ha problemi con quelle gambe
lunghe e la sua sicurezza, la vedo sempre
superarmi con agilità e passo da gazzella.
Appiccicata in bacheca c’è una notifica. Chi volesse passare una settimana in spiritualità, lavoro e preghiera insieme alle suore deve mettersi in contatto telefonico. Lì per lì sono attratta da questa possibilità. E sto per prendere un appunto ma poi penso che intanto non ritornerò mai più qui a Leon e tantomeno qui dalle suore e se proprio volessi fare un’esperienza di questo tipo, in Italia non mancano i monasteri che offrono ospitalità.
Appiccicata in bacheca c’è una notifica. Chi volesse passare una settimana in spiritualità, lavoro e preghiera insieme alle suore deve mettersi in contatto telefonico. Lì per lì sono attratta da questa possibilità. E sto per prendere un appunto ma poi penso che intanto non ritornerò mai più qui a Leon e tantomeno qui dalle suore e se proprio volessi fare un’esperienza di questo tipo, in Italia non mancano i monasteri che offrono ospitalità.
Quindi
oltrepasso il portone del monastero e mi avvio in cerca della concha e della
freccia che ci indica il cammino da percorrere. Arrivo ad un crocicchio che già
mi pare di aver visto al mio arrivo e attraverso la strada che il semaforo è
verde per me, quando una voce mi chiama: “senora” e mi chiede in spagnolo
(ovviamente) se sto cercando la via per il Camino. Allora io domando se è “para
qui” imbastendo due parole approssimative. L’uomo che sta guidando un furgone
mi dice di salire che mi metterà lui sulla giusta strada. insieme a lui c’è
anche la moglie. Sono veramente gentili tutti e due. L’uomo sembra addirittura
indignato quando mi fa capire che a Leon
il Camino non è assolutamente ben segnato.
appena fuori Leon |
Attraversiamo
tutta la città e deve essere proprio una sua fissazione quella della
segnalazione del Camino perché incontrando un altro pellegrino si ferma per
indicare anche a lui la strada giusta da percorrere.
Finalmente
si ferma per farmi scendere. In pratica mi ha portata al ponte romano dicendomi
che da lì non posso più sbagliare. Oltre a portarmi sulla giusta via mi ha
fatto risparmiare una bella ora di Camino.
Faccio
fatica a ricordare i percorsi le strade. Mi mancano gli appunti, che non facevo
in tempo a scrivere in quanto arrivavo sempre tardi. Per fortuna ci sono le
fotografie a rinverdire la memoria.
Nei
pressi del ponte intravedo il fiorentino con la sua compagna polacca. Oltre il
ponte c’è ancora tanta strada da percorrere in città. Mi fermo per la colazione
in un bar qualsiasi. Un bar di periferia. Oltre a me gli avventori del posto
che mi guardano con curiosità. Anche loro mattinieri. La televisione è sempre
accesa in questi locali e anche in Spagna il telegiornale ha una grande
rilevanza. Anche la politica italiana è seguita e con mio grande disappunto,
sovente compare la faccia del noto cavaliere.
Il
cammino di oggi non è particolarmente bello. Il sentiero costeggia la strada
provinciale.
(Per
fortuna ho anche la guida che rinverdisce la memoria oltre alle fotografie).
A circa
otto Km. si arriva alla località Virgen del Camino. Borgo nato intorno al
santuario mariano.
Arrivo al
santuario che è appena terminata la messa. Costruito negli anni sessanta
proprio nel luogo dove apparì la Vergine.
La aparición de la Virgen
del Camino, según la tradición, ocurrió el día 2 de julio de 1505. Se le
apareció al pastor Alvar Simón Fernández en el lugar llamado El Humilladero,
donde siempre ha habido una ermita y hoy es una hermosa capilla de la Iglesia
parroquial.
scritta filosofica di Marco val di Susa - NO TAV - ( Marco ha riempito tutto il camino della sua scritta) |
come una intallazione artistica abbellisce il sito. C’è anche una piscina, dei tavolini con ombrelloni e degli scarponi fungono da vasi di fiori. All’interno, la stanza di accoglienza ha le pareti tappezzate di scritte e disegni molto suggestivi. Opera di giovani pellegrini. E così in tutte le stanze, nei corridoi e sulle pareti del balcone che circonda il fabbricato dove sono buttati sul pavimento dei materassi in attesa di occupanti per la notte. Nella stanza, piccola con due letti a castello, vi sono già tre donne. Due già le ho incontrate varie volte. Sono padovane e una delle due, piuttosto ridanciana, mi ha sempre un infastidita per il suo modo di ridere molto rumoroso. La sua amica è all’opposto di lei. Sembra molto determinata, forte fisicamente e psicologicamente. Sembra
lei la forza trainante tra le due. La terza è una ragazza molto bella, brasiliana. Giovane, alta, vive a Milano ed ha sposato un italiano. La brasiliana che si chiama Nora mi ha ceduto il letto di sotto così non devo arrampicarmi. Delle due padovane non ricordo il nome ma adesso ne inventerò due tanto per identificarle. Una la chiamerò Cinzia e quella che ride sempre, Margi. Dopo aver sistemato le mie cose faccio un giro in paese. Piccolo, né brutto né bello.
E’ ora di
cena, io scendo in sala
ristorante, Margi rimane a letto che non se la sente molto di cenare mentre Cinzia cenerà con un gruppo di ragazzi e ragazze che le hanno invitate a mangiare con loro, con grande dispiacere di Margi che deve rinunciare.
ristorante, Margi rimane a letto che non se la sente molto di cenare mentre Cinzia cenerà con un gruppo di ragazzi e ragazze che le hanno invitate a mangiare con loro, con grande dispiacere di Margi che deve rinunciare.
Giunta in
sala da pranzo sono invitata a tavola dalla polacca che è in compagnia del suo
compagno fiorentino, Marco ed un altro pellegrino col quale hanno
familiarizzato. Marco è simpatico anche se ingombrante, conquisto la polacca
citandole Wislawa Symborska premio Nobel per la poesia (ora non ricordo quale
anno) polacca come lei.
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