GENERALE DIETRO LA COLLINA………
Questa sera
a Barbadelo conoscerò Marilisa e suo padre il generale, di cui mi ha tanto
parlato Paola.
Loro sono
andati con Cirino all’antico monastero di Samos che hanno trovato chiuso. Si tratta
di un monastero molto spartano senza riscaldamento e acqua calda.
Anche qui
saliscendi, sentieri scoscesi. Ho il piacere di incontrare la ragazza alla
quale avevo sporto le
ciabattine a Leon. Ci salutiamo e ci presentiamo. È spagnola
e si chiama Lucia – portatrice di luce – le chiedo di fare la fotografia e lei coinvolge
il suo compagno che ne farà una a tutte e due insieme.
Arrivo a
Barbadelo ovviamente dopo Paola. Andiamo all’albergue municipale che è
piccolissimo e piuttosto squallido. A cena ci incontriamo con gli amici di Paola
e Cirino che loro pernotteranno in un albergue privato molto più carino del
nostro ed ha pure una sala ristorante. La compagnia è piacevolissima. Marilisa è
molto aperta e simpatica, subito si instaura un feeling. Il generale pure. È un anziano signore di
ottantasei anni. Loro sono entrati nel Camino a Ponferrada ed il
generale se la sta cavando benissimo.
Il giorno
successivo ci incamminiamo per Portomarin. Piove a dirotto. Lungo i sentieri
nei boschi l’acqua ha formato dei ruscelletti e nel guado è impossibile non
inzupparsi le scarpe. Incontriamo lungo la strada un cippo che ci indica che
mancano 100 Km. a Santiago. Quasi non ci credo. È un urlo di giubilo. Coraggio la
meta si avvicina. Si incontrano anche delle piccole costruzioni rettangolari in
pietra e legno. Servono a conservare il
mais e la fienagione, poggiano su palafitte per ripararli dall’umidità del
terreno. Sono costruzioni tipiche della Galizia e si chiamano horreos.
Arriviamo
a Portomarin, questa volta io e Paola siamo
insieme.
Per entrare
in Portomarin si percorre un ponte. Il letto del fiume è in secca. Il paesaggio
mi inquieta.
La città nacque e si sviluppò in
corrispondenza di un ponte romano che attraversava il fiume Miño andato distrutto e poi ricostruito in epoca medioevale anche a causa
della presenza del Camino de
Santiago.
Quando, nel 1962, fu costruita la diga
di Belesar, tutto il paese si trasferì sul vicino monte del Cristo. Lì vennero
ricostruiti alcuni degli gli edifici più importanti; come la chiesa di San
Nicola, sul cui lato destro sono ancora visibili i numeri scritti sulle pietre
durante lo "smontaggio" dell'edificio e che servivano a permetterne
la corretta ricostruzione. La chiesa è di stile romanico
e fu costruita dall' Ordine dei cavalieri ospitalieri di san Giovanni di
Gerusalemme.
Nei periodi in cui l'acqua del bacino artificiale si
abbassa sono ancora visibili alcuni ruderi del vecchio villaggio e i resti del
ponte.
Percorso un
lungo ponte moderno una scalinata porta alla cittadina.
Svoltiamo
sulla nostra sinistra e troviamo l’albergue municipale. Modernissimo, asettico,
sembra quasi una clinica. Siamo arrivate abbastanza presto. Poco a poco arrivano
altri pellegrini, tra cui “Francesco” con il suo compagno e le ragazze con le
quali Francesco ha fatto amicizia.
In fondo
al salone-dormitorio, ci sono le lavadore e gli stendini per i bucati. In breve
tutto si riempie di scarpe e scarponi fradici di pioggia riempiti con i
giornali che per il giorno dopo non asciugheranno sicuramente. Cirino con Marilisa ed il generale
sceglieranno un altro albergue.
Io e
Paola verso pomeriggio inoltrato usciamo per un giro in città. Visitiamo la
chiesa, facciamo un paio di “vasche” lungo i portici. Io mi approvvigiono di
conche da portare a casa agli amici. Dopodiché facciamo un po’ di spesa in un
piccolo supermarket per la cena. Troviamo qualcosa di sfizioso per fare un buon
risottino, e mi pare del formaggio da abbinare con le pere. Cerco di spiegare
alla senora della bontà di quella combinazione ma mi pare proprio di non averla
convinta vista la sua faccia dubbiosa.

solo una precisazione: Pinuccio, il generale ha 80 anni.
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