venerdì 15 novembre 2013

Triacastela - Barbadelo - Portomarin


GENERALE DIETRO LA COLLINA………


Questa sera a Barbadelo conoscerò Marilisa e suo padre il generale, di cui mi ha tanto parlato Paola.
Loro sono andati con Cirino all’antico monastero di Samos che hanno trovato chiuso. Si tratta di un monastero molto spartano senza riscaldamento e acqua calda.
Il tempo è piovoso. Faccio fatica a ricordare con precisione il percorso. Comunque non passiamo io e Paola per il monastero di Samos, prenderemo la via più breve.
Anche qui saliscendi, sentieri scoscesi. Ho il piacere di incontrare la ragazza alla quale avevo sporto le


ciabattine a Leon. Ci salutiamo e ci presentiamo. È spagnola e si chiama Lucia – portatrice di luce – le chiedo di fare la fotografia e lei coinvolge il suo compagno che ne farà una a tutte e due insieme.

Arrivo a Barbadelo ovviamente dopo Paola. Andiamo all’albergue municipale che è piccolissimo e piuttosto squallido. A cena ci incontriamo con gli amici di Paola e Cirino che loro pernotteranno in un albergue privato molto più carino del nostro ed ha pure una sala ristorante. La compagnia è piacevolissima. Marilisa è molto aperta e simpatica, subito si instaura un feeling.  Il generale pure. È un anziano signore di ottantasei anni. Loro sono entrati nel Camino a Ponferrada  ed  il generale se la sta cavando benissimo.
 Il giorno successivo ci incamminiamo per Portomarin. Piove a dirotto. Lungo i sentieri nei boschi l’acqua ha formato dei ruscelletti e nel guado è impossibile non inzupparsi le scarpe. Incontriamo lungo la strada un cippo che ci indica che mancano 100 Km. a Santiago. Quasi non ci credo. È un urlo di giubilo. Coraggio la meta si avvicina. Si incontrano anche delle piccole costruzioni rettangolari in pietra e legno. Servono  a conservare il mais e la fienagione, poggiano su palafitte per ripararli dall’umidità del terreno. Sono costruzioni tipiche della Galizia e si chiamano horreos.
Arriviamo a Portomarin, questa volta io e Paola  siamo insieme.
Per entrare in Portomarin si percorre un ponte. Il letto del fiume è in secca. Il paesaggio mi inquieta.
La città nacque e si sviluppò in corrispondenza di un ponte romano che attraversava il fiume Miño andato distrutto e poi ricostruito in epoca medioevale anche a causa della presenza del Camino de Santiago.
Quando, nel 1962, fu costruita la diga di Belesar, tutto il paese si trasferì sul vicino monte del Cristo. Lì vennero ricostruiti alcuni degli gli edifici più importanti; come la chiesa di San Nicola, sul cui lato destro sono ancora visibili i numeri scritti sulle pietre durante lo "smontaggio" dell'edificio e che servivano a permetterne la corretta ricostruzione. La chiesa è di stile romanico e fu costruita dall' Ordine dei cavalieri ospitalieri di san Giovanni di Gerusalemme.
Nei periodi in cui l'acqua del bacino artificiale si abbassa sono ancora visibili alcuni ruderi del vecchio villaggio e i resti del ponte.
Percorso un lungo ponte moderno una scalinata porta alla cittadina.
Svoltiamo sulla nostra sinistra e troviamo l’albergue municipale. Modernissimo, asettico, sembra quasi una clinica. Siamo arrivate abbastanza presto. Poco a poco arrivano altri pellegrini, tra cui “Francesco” con il suo compagno e le ragazze con le quali Francesco ha fatto amicizia.
In fondo al salone-dormitorio, ci sono le lavadore e gli stendini per i bucati. In breve tutto si riempie di scarpe e scarponi fradici di pioggia riempiti con i giornali che per il giorno dopo non asciugheranno sicuramente. Cirino con Marilisa ed il generale sceglieranno un altro albergue. 
Io e Paola verso pomeriggio inoltrato usciamo per un giro in città. Visitiamo la chiesa, facciamo un paio di “vasche” lungo i portici. Io mi approvvigiono di conche da portare a casa agli amici. Dopodiché facciamo un po’ di spesa in un piccolo supermarket per la cena. Troviamo qualcosa di sfizioso per fare un buon risottino, e mi pare del formaggio da abbinare con le pere. Cerco di spiegare alla senora della bontà di quella combinazione ma mi pare proprio di non averla convinta vista la sua faccia dubbiosa.

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