DE LUZ Y DE AGUA
Oggi 31 Km. Usciti da Villar de
Mazarife, imbocchiamo una lunga strada dritta con un cielo azzurro pallido e la
luna nel mezzo della carreggiata. Incontro la polacca, Marco il fiorentino è
più avanti. La polacca mi sembra in difficoltà, ha l’aria di non stare bene. Io
mi fermo, l’aspetto, le chiedo come sta, ma lei mi dice” vai avanti” e me lo
ripete “vai avanti”. Io e lei ci siamo incontrate varie volte lungo il Camino
in questi giorni, tenendoci d’occhio a distanza. Marco è vero che è un uomo
simpatico, ma penso che quella sua esuberanza sia un po’ schiacciante per lei
che mi pare una donna sensibile.
Dopo dieci km. di solitudine si arriva allo storico ponte
di Hospital de Orbigo. Qui incontro Marco il fiorentino, solo soletto che sta
facendo le foto al ponte.
Il ponte sul sul
río Órbigo si porta dietro numerose leggende legate a tornei cavallereschi. Il
cavaliere leonense Suero de Quiñones, secondo la tradizione, tenne testa
con nove fedeli alleati, a numerosi cavalieri giunti da ogni parte d'Europa.
Don Suero avrebbe costretto a partecipare al torneo tutti i cavalieri che si
fossero trovati ad
attraversare il ponte, punto obbligato del Cammino di
Santiago. Se si fossero rifiutati, avrebbero dovuto lasciare un proprio guanto
e attraversare il fiume a guado. La tenzone iniziò il 10 luglio 1434 e terminò
il 9 agosto, giorno in cui don Suero venne ferito, con un’unica interruzione,
il 25 luglio per la festa di San Giacomo. Alla fine il prode cavaliere si
recò in pellegrinaggio a Santiago.
Usciti da Hostal de Orbigo ci si trova ad un bivio dove
scegliere nuovamente la strada che si vuole percorrere. Una campestre
decisamente più invitante anche se più lunga di un Km. e l’altra tutta
asfaltata. Incontro nuovamente Marco, è seduto tutto solo che si fa uno
spuntino e mi invita a sedere con lui, ma io rifiuto. Non mi va di certo fermarmi
e mangiare con quel caldo seduta al sole come fa lui e proseguo il mio cammino.

Da qui il paesaggio inizia a mutare. Si vedono i Montes
de Leon oltre i quali si trova la zona
più umida del Bierzio e ancora più in là la Galizia. Dal Crucerio de Santo
Toribio si intravede la città di Astorga (881m). Si attraversa San Justo de la
Vega che sembra non finire mai. Finito lo sterrato vi sono 800 m. di asfalto, e
1,4 km si passa sul ponte del rio Fuerte. A destra ci si immette nuovamente su
uno sterrato di una periferia urbana. Dopo un piccolo ponte e una passerella verde
che ci fa attraversare la ferrovia, si raggiunge Astorga. La guida dice di
girare a sinistra, io naturalmente giro a destra, ma la strada non mi convince
quindi mi avvio su una lunga scalinata e chiedo informazioni. Girando a
sinistra dovrei trovare l’albergue municipale.
L’accoglienza è buona. La ragazza che rileva i miei dati
e mi mette il sello notando la mia data anagrafica mi fa i complimenti. Sono
già a buon punto del Camino.
L’albergue è molto grande e a più livelli. Sono arrivata

abbastanza presto e sono in attesa dell’arrivo delle due donne padovane in
quanto ho convinto Margi, che non stava bene a spedire la mochila che
naturalmente è arrivata insieme alla mia. Intanto mi sistemo, e ho uno scambio
di opinioni con il signore che alloggia nel letto sopra il mio. Lui è un uomo
di una certa portata. E’ in camino con suo suocero. Loro sono entrati nel
camino a Leon e mi racconta che il suocero è molto più n gamba di lui che
già lamenta una gran fatica. Dopo averlo rincuorato e sistemato il letto adagiandovi
sopra il sacco a pelo vado a vedere se sono arrivate Margi e Cinzia. Infatti sono all’accoglienza. Non c’è più la
ragazza di prima e Margi mi dice che non vogliono consegnarle la mochila perché
hanno telefonato dall’albergue Casa del Gesù di Villar de Mazarife dicendo che non
ha pagato la cena. La povera Margi, che stava male, non ha neppure toccato
cibo, la rea sono stata io. Molto mortificata chiedo alla senora di telefonare
all’albergue per chiarire la faccenda e trovare la maniera di far avere i soldi
e porgere naturalmente le mie scuse che è stata una mia distrazione sicuramente
non voluta. La senora che fa da tramite mi dice
che l’ospitalera della Casa del Gesù
mi perdona, ma io non voglio il suo perdono, allora propongo di spedirle
i soldi per lettera, a quel punto troviamo un accordo: io lascerò i soldi qui
all’albergue di Astorga e loro passeranno a ritirarli quando farà comodo a
loro.
Mi sento anche molto mortificata nei confronti di Margi,
per fortuna dimostra di avere un certo spirito e da quel momento diventiamo
quasi amiche.
Astorga è un comune spagnolo di 12.039 abitanti situato nella
provincia di León, comunità autonoma di Castiglia e León.Cittadina medioevale, sorge
nell'aspra e povera zona montagnosa detta La Maragatería del versante sud-ovest della Cordigliera cantabrica. Il primo insediamento umano risale al periodo dei Celto-Liguri,
conquistata dai Romani la città prese il nome Asturica
Augusta e si ingrandì. È citata da Plinio il Vecchio che la definisce
una splendida città. Tiberio nel 24-25 costruì la strada che congiungeva la
capitale della Lusitania EmeritaAugusta(Merida) con Astorga e una testimonianza della presenza romana
sono resti delle mura e dell' Ergastula
grande carcere di schiavi visibile oggi nei sotterranei delle casas consistoriales. Nel Medioevo
divenne un'importante tappa del Camino de Santiago nel tratto fra León e Ponferrada; qui infatti la via di pellegrinaggio proveniente dal sud, la Vìa de la plata, si riuniva al Camino
francés, e per questo rafforzò la sua
cinta muraria. La lingua leonese è ancora parlata nella regione. Durante la
Guerrad'indipendenza spagnola (1808 - 1812) Astorga resistette ad un duro assedio da parte delle truppe napoleoniche
che risultò in una dura sconfitta per gli attaccanti. Questo episodio valse
alla città il titolo di Benemerita.
Per i meriti conseguiti dalla città e dai suoi abitanti lungo i secoli Astorga
vanta il titolo di Città nobilissima,
leale, benemerita, magnifica, augusta e bimillenaria.
Astorga è sede vescovile ed ha una bella Cattedrale di
origini antichissime. Sorge infatti sul posto di una Basilica del III secolo, sostituita poi nel 1069 da una chiesa romanica. L'edificio attuale di stile gotico fiammeggiante
fu iniziato nel 1471
mafinito nel XVII secolo per cui risulta un misto di forme gotiche, plateresche, barocche, comunque
piacevole. Opera del 1887-1894 di Antoni Gaudí nel suo stile neo gotico particolare è il Palacio Episcopal trasformato in Museo de los Caminos che conserva manoscritti, documenti,
dipinti, statue che si riferiscono ai pellegrinaggi a Santiago di Compostela. Nella Plaza Mayor si
trovano le Casas consistoriales
rinascimentali del secolo XVII con la facciata a torri e con un orologio a
figure (che rappresentano alcuni Maragatos) che battono le
ore. la chiesa di Santa Maria,
che si affaccia sulla piazza della Cattedrale, faceva parte di un monastero del
X secolo, poi è stata rifatta e
barocchizzata. nella stessa piazza sono anche: la Capilla de San Esteban, cappella gotica del Seicento e l' Hospital de San Juan, il più
importante del camino di
Santiago in Spagna costruito nel 1178 rifatto nel XVIII secolo.
Astorga mi piace.E' a mia dimensione.
Mi pare ricca di eventi culturali. Mi aggiro per il
centro. Vi sono mostre, sculture, installazioni artistiche. Vicino alla cattedrale, c’è una mostra di
grafica su poesie dal titolo accattivante: “DE LUZ Y AGUA”, il poeta è Ramon
Nunes, i disegni, molto belli sono di Castorina De Francisco Diego. Non posso esimerrmi dall’acquistare il libro.
Le poesie anche se scritte in spagnolo le capisco ugualmente. Sono molto
leggere, aeree. La scultura, bellissima,
della madre con il bambino, che si trova in una piazza, è di Castorina.
Comen
su ojos inocentes
el alma
de quien los mira,
lo que
perdiste y él perderà.
Ven,
Habita
este poema sin voluntad,
quétade
en la boca asediada
del
que no desea decir nada.
Desnuda
de ti
En el
pequeno charco de agua.
Sono incantata ed affascinata dal palazzo di Gaudì è
veramente un luogo di fiaba. Non so se si può visitare ma l’ora è già tarda per
cui non me ne interesso neppure.
La Plaza Major pullula di vita. Anche qui è movida. Caffè
con dehort, bambini che giocano, passeggio, pasticcerie. Ad Astorga c’è anche la produzione del cioccolato di tutti
i colori e tutti i gusti. Mene faccio una discreta scorta per i giorni a
venire.
Giro tra strade e stradine in cerca di un ristorantino
che esponeva il menù di paellas di tante varietà tra cui il riso nero che mi attira particolarmente. Ma non lo trovo più, infine
stanca di girare entro in un ristorante piuttosto lussuoso. Ordino una paella e
una sangria. Devo dire che mi portano una sangria piuttosto abbondante tanto
che mi dà un po’ alla testa. Quindi con
passo un po’ incerto e un po "ombre" mi ritiro all’allbergue per la notte.
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