venerdì 15 novembre 2013

e per finire

e per concludere inserisco l'ultima domanda che mi hanno fatto per l'intervista pubblicata via internet.

1.    E quale testimonianza spirituale hai ricavato da questa esperienza di vita?

Sono battezzata ma non sono praticante. Mi sono formata delle opinioni diverse da quelle che mi sono state insegnate pur riconoscendo e stimando le parole e gli insegnamenti di Gesù Cristo. In un certo senso quando sono partita, avendo dedicato il cammino a mia mamma, che secondo il mio parere (che può essere opinabile) aveva una fede tutta sua e alla quale credeva sinceramente mi aspettavo una piccola illuminazione, un segno, ma questo non è arrivato ed ho capito che la fede, come la intende la religione o ce l’hai o non ce l’hai. Non basta fare il cammino di Santiago per far scoccare la scintilla. Sono entrata nelle grandi cattedrali, stupende. Ho ascoltato le messe, ma devo dire che non mi hanno coinvolta più di tanto. Quello che mi è piaciuto di più è stato entrare in quelle piccole chiesine lasciate aperte con un tavolino dove sopra si trovava il timbro da mettere sulla credenziale e per questo lasciare una piccola offerta non richiesta ma comunque gradita. E in quelle piccole chiese ho recitato il Padre Nostro, preghiera che mi è diventata cara da quando, prima ed unica volta nella ma vita, mi è sgorgata dal cuore, recitandola  insieme al sacerdote, nel momento dell’estrema unzione praticata a mia mamma che si trovava  in stato di coma. In seguito a questo sacramento, l’ho vista pacificarsi  e da quel momento ha avuto una ripresa fino ad uscirne.
Quello in cui credo fermamente è nella positività del pensiero, in quell’energia cosmica che ci rende un tutt’uno con l’universo intero. Neanche sono attirata dal buddismo o altre religioni. Quello che ho capito quando in primavera sono stata in India è che recitare un mantra (molto bello) o  un Salve Regina (tanto per citare una preghiera), non cambia, quello che conta è l’intenzione, il fervore che uno ci mette. La scintilla è dentro di noi. Nel nostro intimo più profondo e più sconosciuto.
Io mi ritrovo nello Zen dove il tutto è nulla ed il nulla è tutto. Sento di sprofondare in queste parole e vorrei chiudere con un pensiero che ho formulato in quella notte stellata:

“Mi  iglesia è un cielo inondato di stelle, il mio Dio è perso nell’infinito.


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